Le giuste contaminazioni

Parlare di contaminazioni nel pieno della pandemia non è proprio semplice, ma ciò di cui ti parlo qui afferisce alla sfera di ciò che c’è di buono nelle contaminazioni. Quello che può portare valore al nostro lavoro di Fundraiser.

Faccio una premessa.

Perché scrivo questo articolo?

Finito il Master in Fundraising mi sono resa conto di come questo lavoro ti richieda ogni giorno di lavorare in modalità interdisciplinare e multidisciplinare, soprattutto se si lavora in piccole realtà non profit dove è importante avere occhi ben aperti e orecchie ben dritte, curiosità e tanta voglia di costruire da zero più e più volte.

Il fundraising non è fatto di compartimenti stagni.

La mia esperienza universitaria mi ha portato a vivere a stretto contatto con persone di facoltà diverse. L’ho raccontato diverse volte da queste parti, ma mi fa sempre piacere parlarne. Vivevo al Collegio Einaudi di Torino e sul mio piano ogni giorno si creavano animati dibattiti tra futuri ingegneri informatici, filosofi, ingegneri fisici, architetti, farmacisti, letterati, pedagogisti, artisti etc. etc. Ognuno portava il suo modo di approcciarsi alle cose, il suo sguardo sul mondo, le sue capacità e un proprio ambito di studio. Da questa commistione di mondi nascevano grandi opportunità di scambio e riflessione.

Ecco, il fundraising mi piace pensarlo un po’ così. Perché a mio avviso è una disciplina che richiede apertura e contaminazione.

Me lo immagino un po’ come quella lunga tavolata che condividevamo ogni sera in Collegio, quei lunghi dibattiti in cui ognuno di noi usciva arricchito. Quegli scambi che finivano sempre con una ricerca di informazioni su internet, perché era necessario saperne di più.

Durante gli anni universitari ho capito quale sia l’importanza di farsi contaminare, di lasciare aperta la porta personale per accogliere idee differenti e saperi diversi dal nostro. Da quegli incontri, dalla diversità delle cose, nascono le idee più forti.

Come e da cosa farsi contaminare?

Ovviamente non c’è una ricetta precisa, tipo “prendi un po’ di Montemagno, aggiungici del Kothler, aggiusta con dei Ferragni e condisci abbondantemente con Massimo Recalcati. Infine decora con Francesco Costa e servi caldo con una buona dose de Il Post”. No.

A mio avviso, per ottimizzare, serve una mappa di quello che ci piacerebbe approfondire.

Non devi approfondire tutto subito, ma vale la pena fare un elenco delle skill che ti servono e che ti interessano anche per specifici lavori che stai seguendo.

Penso poi che l’interesse e la necessità vadano di pari passo se stai svolgendo un lavoro che ti appassiona veramente e quindi il tuo obiettivo è farlo sempre meglio. Bada bene, non sto parlando di diventare cintura nera di avanzamenti di carriera. Quello viene dopo. Prima di tutto la contaminazione avviene per noi e per l’oggi. Poi certo, ha un’inevitabile impatto sul futuro, sul cv e quant’altro, ma quando sei on the road per la contaminazione…insomma ce ne vuole prima che quella ti porti validi risultati sulla carriera.

Qualche suggerimento…

Personalmente, da quando faccio la fundraiser, ho capito che ci sono alcuni argomenti di cui vorrei sapere di più. Provo a fare una lista.

Per qualcuno ho già trovato delle risposte, per altri…ci sto lavorando!

Marketing: lo dico. Il fundraising è marketing, applicato al sociale, ma lo è. Inevitabilmente e senza nasconderci troppo dietro buonismo e quant’altro. È marketing perché devi pensare al target, al tono di voce, alla strategia per emergere…

Per approfondire il marketing seguo newsletter di freelance che aiutano i piccoli brand a promuoversi e anche chi parla di personal branding. Condisco il tutto con le letture di Kotler, che sarà banale, ma è sempre sul pezzo anche a 90 anni. Un po’ come Bauman e la sua società liquida. Anche quello dovrebbe essere nella libreria dei fundraiser!

Storytelling: termine abusatissimo che ben si sposa con il content marketing. Proprio così, seguire persone che fanno storytelling, newsletter costruite ad hoc o personaggi che spiegano cos’è il content marketing ti può aiutare a narrare meglio l’organizzazione e i progetti.

Ho fatto un corso nel 2020 alla Scuola Holden, dove ho appreso gli strumenti base dello storytelling. Non sono diventata esperta, ma, credimi, è davvero interessante capire gli schemi narrativi e come costruire un racconto che stia davvero in piedi!

Design Thinking: altro termine abusatissimo! Perché dovremmo occuparci di questo? Personalmente ciò che mi aiuta a ragionare e a pensare in una modalità più smart mi incuriosisce e mi affascina. L’agile e le sue tempistiche, il metodo di lavoro scrum, la protipazione, i test… sono applicabili a prodotti come le campagne di raccolta fondi. Certo, ad oggi non esistono corsi ad hoc per il fundraising, ma sul marketing trovate diverse proposte.

Nel 2021, anno in cui scrivo questo post, ho scelto di frequentare un master in Digital Transformation e ora sto seguendo un corso online di Design Thinking. Vi assicuro che è davvero molto interessante e utile! Ne avevo parlato tempo fa, vi lascio qua il link al post.

Blog, newsletter e voci da seguire (o ascoltare!)

C’è una cosa che mi sento di consigliarti. A dire il vero più d’una. Ecco qua di seguito la mia lista personale di contaminazioni. Ogni mese ne parlo sulla newsleTTeR e la lista si allunga sempre molto.

Questa lista, al contrario di quella che trovi nel post I libri per il fundraiser, non sarà aggiornata gradualmente, ma, per ricevere gli aggiornamenti, ti basterà iscriverti alla newsleTTeR di Unaerredueti.

Copywriting e Storytelling
Guido
BalenaLab
Scuola Holden (in particolare ti consiglio la loro newsletter, Glass)

Comunicazione, freelancismo e personal branding
Arianna Lai
Alessandra Farabegoli

Digitale
Non profit tech for good
Rinascita Digitale
We Are Social
Mail Up e tutti i loro white paper
Ninja Morning News

Notizie
La Newsletter del Post
La newsletter di Bill Gates

Un paio di podcast
Arianna Lai
Chiara Battaglioni

E poi vabbè, non può mancare!

Non profit
Bill and Melinda Gates Foundation
Chronicle of Philantrophy

E i podcast del nonprofit
iRaiser – Per Carità – Storie dell’Italia solidale
Italia Non Profit – Fundraising in Blues di Luciano Zanin

E tu?

Cosa ne pensi delle contaminazioni? C’è qualcosa da cui ti piace farti contaminare?

Ti va di scrivermelo nei commenti? Potrebbe essere utile!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.