Fare fundraising…in oratorio?!

“Se ci pensi don Bosco è stato il primo fundraiser!”

Tempo fa una mia amica mi ha detto questa cosa. E sapete!? Aveva ragione!!

E don Bosco è anche l’uomo che ha inventato l’oratorio (insieme a S. Filippo Neri, altro fundraiser!). Ma una volta era più facile, no? Andavi dalla ricca marchesa, dal ricco signore e chiedevi per gli orfanelli, per i ragazzini di strada.

Oggi si può fare raccolta fondi in oratorio?

Mi rendo conto che questo è un po’ un catto-post, che appartiene al mondo del catto-fundraising, ma credo sia interessante analizzare con i pro e i contro questa raccolta fondi.

L’oratorio: infanzia di molti

Alzi la mano chi non ha trascorso una parte della sua infanzia in oratorio. Vuoi per il catechismo, vuoi per la ragazzina o il ragazzino che vi ha fatto battere il cuore, tutti noi abbiamo frequentato a volte anche in modo tangenziale gli ambienti degli oratori.

Molti di voi si saranno sbucciati le ginocchia giocando nel campetto, si saranno rotti qualche osso durante l’estate  per far vincere la propria squadra all’estate ragazzi, avranno speso molti soldini in caramelle gommose che ti strappavano anche le otturazioni.

Molti si saranno innamorati in oratorio, molti hanno deciso cosa volevano diventare da grande, molti ancora hanno capito che non era l’ambiente che faceva per loro e se ne sono andati.

Molti poi ci sono tornati, per portare i figli e sono stati risucchiati nuovamente da questa macchina celestiale fatta di catechismo, gruppi giovanili, animatori, gite, campi scuola, grest, inni, bans, giochi di squadra, giochi per quando piove, riflessioni, meditazioni, esercizi spirituali, pranzi e cene…e molto altro ancora.

Insomma, l’oratorio è fatto un po’ di tutto questo.

Solo che per fare tutto questo l’oratorio ha bisogno di benzina.

Non bisogna vergognarsi o nascondersi dietro un dito: per fare il laboratorio di teatro serve la corrente, servono i materiali. Ci sono delle spese gestionali che gli oratori devono coprire con le loro casse che a quanto pare sono un po’ vuote.

Poi a volte si vuole portare via i ragazzini per fare delle esperienze alternative, ma si vuole fare una gita premio, con un prezzo conveniente…e come coprire le spese?

E allora si prova a fare raccolta fondi.

ma l’oratorio è solo per i cattolici!

Fare raccolta fondi in oratorio non è un’eresia. Anzi!

Come dicevo, l’oratorio è un punto di aggregazione, un luogo dove ci si ritrova, un luogo dove si impara, un luogo dove si cresce.

Un luogo anche mutliculturale, perché ormai in oratorio non ci sono solo i catto-animati!

Mma ci sono anche ragazzini di altre religioni, soprattutto durante il periodo estivo, quando i genitori lavorano e devono trovare un posto dove lasciare i bimbi. Viene scelto l’oratorio perché nelle classi a scuola si crea un passaparola positivo e poi il costo dell’estate ragazzi in oratorio solitamente è conveniente rispetto a una babysitter.

Insomma, se mancasse l’oratorio nelle città ci potrebbe essere un grande vuoto.

Quindi, “scendiamoci” la maschera funeraria del luogo solo per i cattolici e proviamo a ripensare all’oratorio come luogo di incontro.

E vediamo di capire se conviene o no questo fundraising!

cinque BUONI MOTIVI PER FARLO

  1. ognuno di noi ha un legame affettivo: “Ricordi quando a 6 anni correvi nel cortile dell’oratorio?”
  2. è stato fondamentale nella vita di molti
  3. è un innegabile luogo di aggregazione, soprattutto nei paesi piccoli dove non ci sono molte alternative, è un luogo dove si cresce, dove si entra in contatto con altri ragazzi a volte anche di religioni diverse dalla nostra
  4. chiudere un oratorio è come uccidere un pezzo delle nostre città
  5. tutti gli oratori hanno una buona causa, che sia educativa, che sia sociale, che sia formativa

CINQUE punti PER come NON FARLO

  1. non chiedere per le bollette: è innegabile che la corrente costa, ma che emozione c’è nel pagare una bolletta?
  2. non chiedere per la struttura fine a se stessa: l’oratorio è fatto di persone. Prova a immaginare l’oratorio come una casa, una cosa calda, una cosa che scaturisca un legame affettivo.
  3. non chiedere per l’oratorio e basta: veicola la richiesta a un progetto! Non hai un progetto? Non ci credo, tutti gli oratori hanno dei progetti, dei laboratori!
  4. non scartare le persone a cui chiedere: prendi in mano i contatti del tuo oratorio, pensa a chi lo frequenta oggi, ma soprattutto a chi lo ha frequentato tempo fa!
  5. non chiedere solo su internet: gli oratori sono pieni di gggiovani che subito si prodigano per condividere 225 post al giorno su Facebook per chiedere una donazione. Bellissimo, ma attenzione! I gggiovani sono amici di altri ggggiovani e la gente su Facebook non agisce, legge e passa oltre.
    Se vuoi raccogliere… leggi i prossimi 5 punti!

CINQUE IDEE Di fundraising in versione oratoriana

  1. trova la tua buona causa: perché il tuo oratorio esiste? Perché le persone dovrebbero donare proprio per il tuo oratorio? Qual è il tuo valore aggiunto? Dove sei diverso dagli altri?
  2. sfrutta gli eventi: ogni evento è buono per raccogliere anagrafiche! Sono persone che hanno partecipato a un tuo evento, quindi sicuramente interessate a quello che fa il tuo oratorio.
  3. usa la carta: lo sai che la raccolta fondi in Italia funziona benissimo sulla carta? Rimane molto più impresso nelle nostre menti quello che viene scritto sulla carta, quello che leggiamo nei libri, piuttosto che quello che leggiamo sul web. Quindi: scrivi una lettera a chi vuoi coinvolgere nel tuo progetto!
  4. crea relazioni e coltivale: invita le persone a tornare in oratorio, crea delle giornate dell’oratorio, coinvolgile e falle sentire parte del progetto. Perché ricorda sempre che l’oratorio è fatto di persone e senza quelle…non ci sarebbe l’oratorio! Ringrazia chi ti sostiene e fai crescere la relazione con lui!
  5. racconta: ricordati che le storie sono l’anima della raccolta fondi, le storie vere, di cambiamento, di passione. Quelle storie che fanno dire: “Caspita, se non ci fosse stato questo oratorio…”. Sono sicura che nel tuo oratorio ci sono un po’ di storie così, parla con chi lo frequenta o lo ha frequentato, raccoglile e raccontale!

okay, ma il sito? e i social?

Tornando al discorso: “L’oratorio è popolato di ggggiovani”, ho voluto inserire la domanda fatidica.

Fai il sito.

Fai la pagina Facebook.

Servono! Ma non usarli come strumenti principali di raccolta fondi!

Incontra le persone di persona, permettimi il gioco di parole. Fai il banchetto prima e dopo le messe. Fai il banchetto durante la festa del paese.

Esci dall’oratorio fisicamente, per incontrare le persone e per farvi conoscere.

ciliegina sulla torta

Tieniti stretto il parroco!

Questa non è una battuta, anzi! Ricorda che gli appelli di raccolta fondi possono essere fatti dagli animatori, da chi frequenta l’oratorio, dal don coadiutore dell’oratorio. Ma vuoi mettere una richiesta di donazioni fatta dal parroco alla fine della messa?

Pensaci!

basta che…

funzioni? No! Basta che fare le cose per bene e quindi ricordarsi lo schemino:

RICHIESTA > DONAZIONE > RINGRAZIAMENTO

Chiedi donazioni per il tuo oratorio e quando le ricevi ringrazia, perché quel donatore, quella donatrice ti sta aiutando a realizzare il vostro progetto! Non dimenticarlo!

E POI

E poi il Fundraising è una cosa semplice, diceva il mio prof, ma che se fatta bene diventa complessa, dico io. Ci sono meccanismi e strategie. Qui ti ho offerto qualche spunto, qualche idea, ma se vuoi approfondire un po’ di più…parliamone! Io ci sono, e tu?

 

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